Al Carlo Levi è terminata lo scorso sabato la “settimana dello studente’’: una forma alternativa di protesta che ha permesso agli alunni di approfondire temi di attualità e alcune problematiche sociali. Per sette giorni gli studenti si sono confrontati sul biocidio, sull’omofobia e sul bullismo. Alcune classi, invece, si sono dedicate al recupero di alcune parti del programma con i propri docenti.

Il parere della Preside. ‘’Era inutile fare un’occupazione perché non c’erano motivi validi. La cogestione ci sembrava la forma di protesta più adatta a questo tipo di istituto e a questo periodo’’ ha spiegato Luca Sabatinelli, uno dei rappresentanti d’istituto. La preside ha approvato quest’iniziativa: ‘’Sono contraria per principio all’occupazione perché spesso causa danni agli istituti ed è solo un pretesto per anticipare le vacanze di Natale. Ho accettato questa settimana di attività didattica alternativa perché sono favorevole a incentivare momenti veri di riflessione. Spero che questi dibattiti continuino in orario pomeridiano per tutto l’anno.’’

Discordanti le opinioni degli studenti. Per Rosalia della 2FL: ‘’La settimana dello studente è stata un’opportunità per recuperare in alcune materie e confrontarci su dibattiti interessanti’’. Per Nicola, un alunno di quinta: ‘’In questi giorni si è perso solo tempo utile alle lezioni, in particolar modo per noi che quest’anno dobbiamo affrontare l’esame di Stato’’.

Alcuni docenti hanno collaborato attivamente stimolando la discussione in classe e proponendo letture di testi di attualità. Altri invece, non convinti della scelta intrapresa hanno lamentato un rallentamento delle lezioni in un momento cruciale dell’anno scolastico: ‘’Volevamo essere maggiormente coinvolti nella scelta dei temi e delle modalità di questa cogestione’’ ci ha rivelato una delle docenti.

Il Levi, dunque, anche quest’anno si è differenziato con una forma di protesta innovativa rispetto alle classiche occupazioni che hanno interrotto le lezioni in quasi tutta la provincia.

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