Il Milan, all’ingresso di San Siro, già era morto, solo che ancora non lo sapeva. Smembrato, nel profondo, per una mancata collaborazione tra i reparti, per un avversario troppo forte, intelligente, preparato, imbattibile: il Napoli.

Il geniale Jigasaw vestito d’azzurro nella Scala del calcio ha messo del Sarin come gas nervino: il Milan dopo 90′ minuti sarebbe uscito sì dallo stadio, ma non per forza sulle proprie gambe, difatti dura solo 66′ minuti, fino al 3-0 di Insigne, poi si arrende, si lascia morire, cercando conclusioni e speranze in modi poco ortodossi, che hanno semplicemente allungato l’agonia e fatto soffrire di più la propria gente, per conferme vedere l’autogol di Rodrigo Ely.

 

Mihajlovic ha provato per tutto il tempo a cercare una soluzione all’enigma, ma niente, non l’ha trovata, ed allora uno sguardo sconsolato e pregno di paura lo ha assalito. Non ha più protestato, non  ha più cercato soluzioni, ha semplicemente ammesso che ha vinto la squadra più forte.

“Quando sei all’Inferno, solo il Diavolo può salvarti”, evidentemente a Milano hanno dimenticato il loro simbolo.

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