In occasione della Giornata Internazionale dei rom e dei sinti, l’Associazione 21 luglio ha presentato il “Rapporto Annuale 2014”, il primo rapporto nazionale sulla condizione dei rom e dei sinti in Italia. Il Rapporto è stato presentato anche alla Presidente della Camera Laura Boldrini la quale, per celebrare la Giornata, ha ricevuto in un incontro privato una delegazione dell’Associazione 21 luglio e un gruppo di dodici donne rom.

Oggi, in Italia, vivono circa 180mila rom e sinti, che rappresentano lo 0,25% della popolazione presente sul territorio nazionale.

Il 50% di essi ha la cittadinanza italiana e 4 rom e sinti su 5 vivono in regolari abitazioni, studiano, lavorano e conducono una esistenza come quella di ogni altro cittadino, italiano o straniero, residente nel nostro Paese.

La loro quotidianità, tuttavia, resta quasi sempre sconosciuta agli occhi della pubblica opinione, mentre più visibili, nelle cronache dei giornali e dei commenti degli esponenti politici, sono le circa 40.000 persone che vivono nei cosiddetti “campi” – 1 rom su 5 sul totale dei presenti in Italia. E così che la maggioranza dei “campi nomadi” italiani – anche quelli organizzati e gestiti dalle autorità locali – rientrano nella definizione di “baraccopoli” adottata dalla UN-HABITAT delle Nazioni Unite.

Sono molteplici gli elementi di criticità̀ sono stati riscontrati e che li hanno resi come luoghi di sospensione dei diritti umani.

E a Masseria del Pozzo è presente uno dei tanti insediamenti rom. I bambini giocano tra fumi e veleni e nella totale indifferenza di chi, invece, potrebbe dare loro un futuro quantomeno migliore.

I rom che vivono in questo inferno fanno parte di un gruppo di circa mille persone che per decenni sono stati in vari campi nell’Asi, l’area industriale di Giugliano.

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