maria virginia cantone arrestata

Arrestata in flagranza di reato per truffa aggravata Maria Virginia Cantone, l’avvocatessa campana che era già stata denunciata per essersi spacciata per al sorella del magistrato Raffaele Cantone, titolare di due studi legali a Montesarchio e Cervinara.

I carabinieri l’hanno fermata a Foggia. La donna è stata bloccata mentre riscuoteva somme di denaro da un suo cliente. Insieme a lei sono stati denunciati a piede libero per concorso nella commissione del medesimo reato G.C., un 58enne disoccupato, e F.R., una pensionata 70enne di Cautano, in provincia di Benevento.

Maria Virginia Cantone è stata fermata dopo aver ricevuto una busta contenente danaro da due delle sue vittime foggiane. La coppia, nel marzo dello scorso anno, era stata avvicinata dalla Cantone presso un cantiere edile in provincia di Campobasso, dove erano in costruzione alcune abitazioni, una delle quali era stata da loro acquistata. Il legale, nella circostanza, aveva fraudolentemente fatto credere loro che la società che era impegnata nei lavori e che aveva venduto l’appartamento fosse sull’orlo del fallimento e che loro, quindi, stessero per rimanere senza nulla in mano.

A quel punto, l’avvocatessa si era offerta per tutelarli nei loro interessi contro la ditta, assicurando che il fatto di essere la sorella di Raffaele Cantone, magistrato noto per il suo impegno contro la camorra e per essere il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, le riservava normalmente un trattamento di riguardo in tutti i Tribunali d’Italia.

Frequentandoli, ed entrando nelle loro grazie, la Cantone ha esteso le sue conoscenze anche agli amici della coppia, offrendo altre assistenze legali truffaldine. A tutti l’avvocatessa ha, nel tempo, fornito false sentenze che li vedevano destinatari di rimborsi, risarcimenti, diritti reali e quant’altro, che le sono state, da tutti, corrisposte con denaro contante o sotto forma di assegno, come parcella, piuttosto che come rimborsi di spese legali e di altra natura, o per la prosecuzione delle cause così brillantemente avviate. Sempre, però, senza il rilascio di alcuna ricevuta.

Il tutto è proseguito fino a quando i coniugi, caduti nella rete, insospettiti dal fatto che a tante rassicurazioni e vittorie non corrispondesse la possibilità di incassare alcunché, hanno digitato il nome della loro “salvatrice” in internet, scoprendo amaramente di essere stati vittima di un raggiro.

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