Gambizzato su ordine di Giuseppe Polverino, colpevole, secondo la logica criminale, di aver osato essere l’amante della nuora di un imprenditore giuglianese, collegato al clan di Marano, titolare di una nota discoteca di via San Nullo. Vittima dell’agguato avvenuto nel 2008 a Quarto Omar Memedosky, originario dell’ex jugoslavia, mandanti ‘o Barone e Gennaro Di Razza, giuglianese, suocero offeso dalla relazione extraconiugale della moglie del figlio.

Oggi, dopo anni di indagini la DDA arriva ad arrestare i mandanti e gli esecutori materiali dell’agguato intimidatorio nei confronti dell’uomo. L’ordinanza di custodia cautelare è scattata sia per i mandanti Giuseppe Polverino e Gennaro Di Razza che per Salvatore Liccardi, Sabatino Cerullo, in quanto organizzatori e basisti e per Salvatore Simioli, in quanto esecutore materiale.

L’agguato consumatosi a Quarto giunse dopo settimane di appostamenti e ricerche e strani episodi. Uno degli organizzatori infatti per lungo tempo aveva temporeggiato poiché conosceva Omar e voleva evitare di sparargli. Il ragazzo, all’epoca dei fatti 28enne, era già stato picchiato. Un avvertimento che però, a quanto pare, non lo aveva frenato dall’aver la relazione clandestina, facendo adirare ancor di più sia il boss che il Di Razza che ne voleva il ferimento. L’intervento del Barone diede infine una sterzata alla vicenda tanto da convincere i sodali ad intervenire e a non rimandare più l’agguato.

Una delle persone coinvolte prima dell’assalto però si ferì ad una gamba a causa di un proiettile esploso accidentalmente da un fucile. Particolare che fece adirare Polverino ancora di più. Così il gruppo decide di agire nell’immediato per evitare l’ira del Barone. Per giorni seguono Omar che sapendo di essere sotto tiro cerca di frequentare posti affollati o dove ci sono telecamere. Ma questo non lo salverà dall’agguato. Il gruppo arrivò nel parcheggio di un supermercato di Quarto a bordo di una Panda ferendolo alle gambe. Dopo 6 anni arrivano gli arresti per mandanti ed esecutori anche grazie alle testimonianze di alcuni pentiti.

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp