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Scarcerata la famiglia Temperato, arrestata lo scorso gennario nell’ambito di un blitz contro un’organizzazione dedita alla truffa alle compagnie assicurative. Poche ore fa il tribunale del Riesame ha decretato la scarcerazione per Giuseppe Temperato 65 anni di San Marcellino, e per i figli Mario e Luigi  di 35 e 32 anni. Per gli assicuratori è stata emessa dal tribunale della Libertà la misura meno restrittiva degli arresti domiciliari. Il 65enne dichiaratosi estraneo ai fatti ha chiarito alcuni aspetti sulla vicenda, diversamente dai due figli i quali si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Furono 54 gli indagati nell’inchiesta che portò al blitz messo a segno dai militari dell’Arma lo scorso 16 gennaio. Venti persone furono raggiunte da una misura cautelare,  di cui otto condotti in cella, sei agli arresti domiciliari, quattro dal divieto di dimora e due avvocati da misura interdittiva del divieto di esercitare la professione. Tra le persone coinvolte anche carrozzieri che simulavano falsi danni alla carrozzeria, periti di cui alcuni privi di abilitazione e differenti persone usata per false testimonianze da usare nelle cause civili.

In quella circostanza finirono in manette, oltre alla famiglia Imparato, anche Paolo Di Martino, 30 anni; Angelo Maisto, 33; Roberto Pellegrino, 44; e Giovanni Lama, 37, questi ultimi di Villa di Briano. Ai domiciliari: gli avvocati Paolo Pellegrino, 44 anni, di San Marcellino, e Giuseppina Picone, 43, di Teverola; Tommaso Cavallo, 36, di San Nicola la Strada e Domenico Cerullo, 60, di San Cipriano d’Aversa.

Dell’organizzazione facevano parte anche società fittizie, impegnate a produrre falsi preventivi spesa e false fatturazioni per un totale di 250.000 euro. Tra gli episodi uno in particolare è degno di nota. Un giovane, dopo aver riportato lesioni personali in modo accidentale ed essersi recato in ospedale, volendo lucrare sulla sua disgrazia, si è rivolto all’organizzazione. Su loro consiglio è andato in un altro nosocomio dicendo di essere coinvolto in un sinistro stradale con stessa diagnosi, ma diversa causa. Per aggirare il sistema satellitare installato sull’auto è stato usato uno stratagemma: sulla vettura sono stati montati pezzi di ricambio già danneggiati, successivamente, con una mazza di ferro veniva colpita l’auto in transito in modo da far registrare l’impatto nei tempi e nei luoghi concordati con i truffatori.

 

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