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È ancora un mistero la sparizione dei tre napoletani in Messico. Raffaele e Antonio Russo, e Vincenzo Cimmino, l’ultima volta sono stati localizzati nella cittadina di Tecalitlan. La famiglia nei giorni scorsi si era mostrata preoccupata e aveva chiesto ai governi messicani ed italiani di intervenire, temendo che i tre potessero essere finiti in carcere. Nell’audio WhatsApp inviato dai desaparecidos, questi sostengono di essere stati fermati dalla Polizia locale.

L’appello della famiglia pare sia stato ascoltato dal governo messicano. Infatti Roberto Lopez Lara, governatore dello stato di Jalisco, come anticipato da Internapoli, nella parte occidentale del paese centroamericano, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’emittenti locali, sostenendo che “la Procura Generale della Repubblica sta esaminando la possibilità di esaminare il caso. Per il momento non è contemplata l’eventualità che ci sia stato un intervento della polizia municipale di Tecalitlan, ma si sta valutando anche questa ipotesi”.

Si può dunque parlare di una piccola svolta in uno dei casi di sparizione internazionale più misteriosi degli ultimi anni. Dopo le sollecitazioni della famiglia e anche della Farnesina, si sta comunque valutando un eventuale coinvolgimento delle forze dell’ordine che terrebbero, così come sostenuto dai parenti, i tre partenopei rinchiusi in un carcere. Per la prima volta dopo giorni di silenzio, le autorità messicane hanno deciso di prendere a cuore il caso dei napoletani spariti. Finalmente si accende un piccolo barlume di speranza per i familiari di Raffaele, Antonio e Vincenzo.

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