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A Giugliano cominciò la terza faida di Scampia tra gli girati dei “Vanella Grassi” e gli “Abete-Abbinante-Notturno“. Una scia di sangue nata in via San Vito, al confine con Melito, e finita tra le case popolari del Lotto G. Il bilancio finale fu di 27 omicidio. Il primo, che accese la miccia, fu quello di Rosario Tripicchio, 31 anni. Il motivo: il controllo di una delle piazze di spaccio più redditizie dell’area nord di Napoli.

Dopo sei anni è stata fatta luce su quella mattanza di camorra. La Procura di Napoli ha messo a segno otto arresti, tra mandanti ed esecutori. A uccidere Tripicchio, a Giugliano, sarebbero stati Arcangelo Abbinante e Salvatore Baldassarre. E’ il 2012, la tensione è alle stelle. Uomo vicino ai Pagano ed ex luogotenente di Antonio Bastone, Tripicchio si “gira” e passa dalla parte dei Vanella-Grassi. Bastone non ne ha la certezza, subodora qualcosa, ma vuole vendicarsi lo stesso: durante la sua detenzione, infatti, Tripicchio lo ha fatto fuori dagli affari grossi della droga e si è preso più spazio del dovuto.

Così istiga Abbinante a farlo fuori. Abbinante e Baldassarre seguono Tripicchio, vengono a conoscenza di dove si nasconde e si appostano all’esterno della palazzina di via San Vito: lo freddano a colpi d’arma da fuoco il 5 gennaio, il giorno prima dell’Epifania. Tripicchio esce, prova a rifugiarsi in una pizzeria, ma viene raggiunto da una raffica di proiettili. I militari della Compagnia di Giugliano troveranno sul posto più di dieci bossoli.

A dare conferma di questo retroscena è stato il pentito Gianluca Giugliano: “So, per averlo saputo da Roberto Manganiello, quando facemmo pace nel febbraio- marzo 2012, che anche l’omicidio di Rosario Tripicchio veniva dalla mano delle famiglie Abete e Abbinante. Arcangelo Abete allora era detenuto e reggenti erano Arcangelo Abbinante e Mariano Abete. Non so da chi Manganiello seppe di questo omicidio e non mi disse chi aveva sparato. Al 5 gennaio il Lotto G era della Vanella Grassi e dei Leonardi”.

La risposta dei “girati” non tarda ad arrivare. Roberto Ursillo, parente e affiliato ad Antonio Bastone, viene ucciso a Chiaiano nel settembre 2012 da un commando della “Vanella Grassi”. I killer lo seguono nel traffico mentre è alla guida di una vettura e dopo averlo affiancato lo crivellano di colpi. Pochi giorni dopo, il 22 settembre 2012, gli “Abete Abbinante Notturno” pianificano la controrisposta con l’omicidio di Ciro Barretta, ovvero di colui che dopo avere cacciato Antonio Bastone e i suoi familiari aveva preso il controllo del lotto G.

 

 

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