La Cassazione ha respinto il ricorso dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, imprenditori di Sant’Antimo a capo dell’azienda che si aggiudicò l’appalto per la realizzazione dell’area Pip di Marano, che quindi restano in carcere.

I due sono attualmente detenuti presso il carcere di Terni. A darne notizia è Il Mattino. I fratelli Cesaro (fratelli anche del deputato Luigi) sono imputati, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nel processo che si sta celebrando presso il Tribunale di Napoli Nord. Altri imputati sono l’imprenditore edile Antonio Di Guida e il tecnico Oliviero Giannella. I sigilli per l’area industriale maranese di via Migliaccio sono scattati nel dicembre 2016, su ordine della Dda di Napoli. Le infastrutture sono state realizzate dalla Iniziative Industriali di Sant’Antimo, che fa capo appunto alla famiglia Cesaro, e sono state finanziate dalla Regione Campania. Gli edifici sarebbero privi dei necessari collaudi e delle necessarie certificazioni.

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