Slovenia e dalla Croazia. Arrivava da questi Paesi il carburante che un’associazione a delinquere composta da sette persone, tutte arrestate e ora in carcere, acquistava per poi rivendere ai distributori. È quanto scoperto dalla Procura di Brescia nell’ambito dell’inchiesta Free Fuel con le sette persone che sono state raggiunte in mattinata da ordinanza di custodia cautelare. Scoperta una maxi frode fiscale per oltre 65 milioni di euro, nel settore dei carburanti con interessi della camorra, un malaffare che avrebbe consentito “un maggior margine di guadagno agli esercenti dei distributori stradali”.

Si tratta di due broker residenti in Lombardia, quattro residenti in Campania e un’altra persona che abita in Umbria. Il gruppo aveva l’obiettivo di abbassare il prezzo finale del carburante attraverso società che avrebbero sistematicamente omesso il versamento di Iva. Le operazioni finanziarie passavano da due società formalmente registrate in Bulgaria e Romania, mentre fisicamente il carburante, caricato in autobotti, raggiungeva alcuni depositi di Roma, Genova e Vigevano. A Napoli è stato scoperto un bunker dove veniva conservato il carburante. Sono complessivamente 14 le persone indagate, per 16 milioni di litri di carburante intercettato.

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