Che la cattiva pubblicità stesse minando il mercato della mozzarella era purtroppo ben chiaro ma nessuno si aspettava una flessione così netta. Nei primi nove mesi del 2014 il comparto ha perso 56.6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il fatturato del 2013 era di 174 milioni, il che vuol dire che in termini percentuali siamo oltre i 30 punti di perdita, addirittura -44.7 tra luglio e settembre dello scorso anno. A spiegare la tendenza e fornire i dati è la direzione Studi e Ricerche del Banco di Napoli, che ha analizzato come di consueto tutti i grandi distretti produttivi del Paese.

Mentre conserve, pasta e caffè restano stabili – gli altri prodotti tipicamente regionali – il crollo dei latticini è evidente.

Dal consorzio che tutela l’oro bianco DOP non ci stanno:  ribadiscono che la mozzarella è il prodotto che vanta il maggior numero di controlli, oltre 15.000 l’anno.
I produttori si sono dati anche un codice etico che prevede l’espulsione per chi non rispetta le regole.

“Il mozzarella gate” è un attacco che nasce molto prima della “bolla mediatica” della terra dei fuochi e che colpisce guarda caso l’unico prodotto caseario campano in grado di tenere testa alle grandi multinazionali straniere e del Nord Italia.
Il sospetto che ci sia un regia occulta che voglia mettere nei guai la vera mozzarella a vantaggio dei tanti “fake” sul mercato è sempre più pesante.

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