Un fenomeno sempre più allarmante sta prendendo piede in Serbia: un turismo sessuale zoofilo che vede gli animali vittime di abusi di uomini facoltosi provenienti dall’estero, soprattutto da Germania, Inghilterra e Olanda.

L’interesse verso la zooerastia sta generando un fiorente commercio nel paese, spronando molti ad aprire bordelli con animali intorno ai quali girerebbe anche un circuito di tour operator. I prezzi oscillano tra i 70 e i 150 euro, ma aggiungendo un supplemento di 50 euro è consentito ai clienti più cari di filmare il rapporto sessuale. A denunciare quanto accade in Serbia è stata la rete televisiva RTL che, attraverso un reportage, ha rivelato l’esistenza di questo losco giro. La notizia ha fatto il giro del web, rimbalzando su vari tabloid inglesi e francesi, ma con l’invito alla prudenza, perché, nonostante la rete pulluli di scatti che revocherebbero simili pratiche – quali la foto di un cane con calze a rete e tacchi – non esistono tuttavia prove schiaccianti che consentirebbero di risalire ai responsabili del traffico illecito.

Tali attività si concentrerebbero sostanzialmente a Belgrado, capitale della Serbia,  dove stranieri provenienti da ogni parte del mondo si recherebbero per avere ore di piacere con capre, montoni, asini, cani, gatti, oche e mucchePavle Bihal, membro del Levijatan, un gruppo di difesa animali in Serbia che si batte per la chiusura di questi luoghi di tortura per animali. Il punto nevralgico della questione, secondo Bihal, è che «alcuni non vedono nessun tipo di problema in questo genere di attività» e che si spera che «questo tipo di strutture siano al più presto chiuse dalla polizia». Tuttavia il commento dell’attivista è bastato per sollevare un polverone di polemiche: alcuni, infatti, hanno fatto notare che l’immagine da lui richiamata all’attenzione, circoli in realtà sul web da molto più tempo e che si tratti di una foto per l’altro scattata in Asia. Successivamente Bihal ha sottolineato che l’immagine è stata utilizzata meramente a scopo illustrativo e che le informazioni di cui dispongono sono veritiere.

Sulla faccenda è intervenuta Marijana Cikic, autrice del reportage andato in onda sulla rete televisiva serba: “Il mio reportage ha mostrato come questo gruppo radicale si schieri contro chi maltratta gli animali e sebbene non si sia ancora in grado di dimostrare ufficialmente l’esistenza di reti zoofile in Serbia, ho motivo di credere che queste persone siano affidabili. Mi hanno spiegato come hanno scoperto l’esistenza di tutto questo e mi hanno mostrato delle prove, – ha proseguito la giornalista. – “Non si tratta di un bordello ufficiale, ma di un appartamento usato per questo. In pratica ciò che è stato contestato, dopo la diffusione della notizia, è che, pur non escludendo l’esistenza di tali luoghi, non si può parlare di “una tendenza” diffusa in tutta la Serbia. Resta di fatto che la zooerastia e il turismo sessuale zoofilo sono pratiche deplorevoli e aberranti in qualsiasi luogo e in qualsiasi modo si consumino e che bisogna attivarsi per porre un freno al dilagare di tali fenomeni”, ha concluso Cikic.

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