E’ ai domiciliari Gennaro Perrino, il medico dell’Asl finito in manette nell’operazione “Il malato” che ha visto coinvolti 12 presunti affiliati al clan Mallardo. Il responsabile del servizio di psichiatria Napoli 2 Nord pare abbia respinto tutte le accuse che gli sono state mosse dai collaboratori di giustizia, asserendo che lui “faceva solo il suo lavoro”. Che i suoi certificati sull’infermità mentale non erano altro che un prosieguo di un’attività che andava avanti da tempo. Il malato, infatti, era stato dichiarato tale già da anni.

Il medico ha così ottenuto gli arresti domiciliari, avvalendosi di un avvocato d’ufficio. Secondo i magistrati, Perrino avrebbe «procurato un autonomo contributo causale alla realizzazione di un risultato che, nell’economia complessiva del disegno associativo, egli sapeva rivestire una particolare importanza per il conseguimento degli obiettivi strategici dell’organizzazione, ovvero utile, se non addirittura necessario, ai fini della sua conservazione o rafforzamento essendo chiaro che il reperimento di risorse attraverso la reiterata acquisizione di indennità di assistenza non dovute, consentiva un costante afflusso di denaro alle casse del clan, provvista che era funzionale all’assolvimento dei compiti di assistenza agli associati».

«Io sono malato dal 1978 e quindi il medico Perrino lo conosco perché mi visitava». Anche il presunto boss dei Mallardo, Vincenzo D’Alterio, difeso dall’avvocato Alfonso Palumbo, ha risposto alle accuse dei pentiti. E proprio sui collaboratori di giustizia avrebbe detto: “Conosco Giuliano Pirozzi, è un bravo ragazzo”.

 

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