Lui si fa chiamare “Alessio il Sinto”. Ha 20 anni. E’ di etnia rom e lo scorso maggio avrebbe violentato e sequestrato due ragazzine di 14 anni a Roma, dopo aver conosciuto in chat una di loro e averla convinta ad incontrarlo.  Sulla terribile violenza spuntano nuovi dettagli.

Legate ad una ringhiera e poi stuprate. Le indagini dei Carabinieri di Tor Sapienza, iniziate dopo la denuncia di una delle due vittime, hanno portato all’arresto di Mario Seferovic, 21enne con precedenti per reati contro il patrimonio, e un amico 20enne incensurato che avrebbe fatto da “palo”. Da lì, però, è iniziato l’incubo della Collatina. Alessio Il Sinto ha bloccato le due, spinte in un campo abbandonato. L’amico 20enne, che in tasca nascondeva le manette, le ha legate. Lui, secondo gli inquirenti, non ha partecipato allo stupro.  Dopo lo stupro, commesso materialmente da Seferovic, le due amiche sono state minacciate di morte. Non avrebbero dovuto raccontare nulla.

Per questo non hanno parlato. “Avevamo paura, non abbiamo detto niente“, hanno raccontato le vittime agli inquirenti, come scrive Il Messaggero. Inizialmente la 14enne adescata sul web era rimasta affascinata dal ragazzo che diceva, mentendo, di essere imparentato con i Casamonica e di appartenere a una famiglia malavitosa ricca e potente.

Dopo la violenza, nuova violenza, questa volta psicologica: “Alessio il Sinto” infatti telefonava anche a casa di una delle due per chiedere alla madre, ignara, il motivo per cui la figlia non volesse uscire con lui. Poi finalmente la scoperta, i genitori di una delle vittime hanno scoperto quanto successo e hanno avvertito gli altri genitori prima di andare a denunciare il fatto alle forze dell’ordine, che hanno poi arrestato i due nomadi.

Come riporta Il Giornale,sul profilo Facebook dello stupratore c’erano segnali che non lasciavano presagire nulla di buono. Tra le tante foto pubblicare da Alessio il Sinto c’era quella di una ragazza ammanettata  durante un “gioco sessuale”. La foto, postata il 19 luglio, è successiva allo stupro che si è consumato lo scorso maggio. Ma questa immagine ha una nota inquientante: le manette Alessio le ha usate per ammanettare le ragazzine di 14 anni che ha adescato e poi stuprato le ha legate proprio usando delle manette, secondo la ricostruzione degli inquirenti. Insomma a quanto pare le manette hanno un ruolo nella perversione del rom.

E a colpire ancora di più sono alcune frasi che il ragazzo ha postato sui social. Tra queste una su tutte: “Mi hanno insegnato a portare rispetto a chi mi rispetta”. Parole che però non rispecchiano i fatti. Quel rispetto di cui parla Alessio è stato dimenticato quando ha deciso di violentare le due ragazzine nel bosco nella periferia di Roma.

 

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