Una storia di ricatti e sesso tra adolescenti a Monza. Un 16enne ha raccontato i retroscena hot consumati nei bagni dela scuola. E si sarebbe spinto oltre, ricattando la partner e chiedendole altre immagini hot per non “spifferare tutto”. Un incubo durato mesi, in un istituto privato di Monza. Finito con una pesante accusa a carico del presunto aguzzino, oggi sedicenne: violenza sessuale continuata, con l’aggravante di averla commessa in ambiente scolastico.

Una storia di disagio sullo sfondo di una Monza benestante. Di eccessi e cyberbullismo. Giochi pericolosi sfuggiti di mano. Su cui sta indagando la Procura per i minorenni di Milano dopo la denuncia della vittima. Compagna di scuola del ragazzino. Costretta, in almeno dieci occasioni, ad avere rapporti sessuali nei bagni. Gli episodi risalirebbero all’anno scolastico 2015-2016, ma le violenze sarebbero continuate anche quando lo studente aveva cambiato istituto. Fino addirittura ai primi mesi di quest’anno.

Perché secondo quanto raccontato al pubblico ministero, il ragazzino ossessionava la ex compagna con messaggi su Whatsapp nei quali le intimava l’invio di altre foto e video che la ritraessero nuda e in atteggiamenti sessuali, minacciandola – in caso di rifiuto – di condividere sempre tramite la app di messaggistica istantanea ma anche su altre community della rete, tutto il materiale hot fino ad allora ricevuto. E anche di svelare ai compagni quello che era successo fra di loro. Ora l’incubo è finito. Anche se la ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto nella scuola monzese ha portato alla luce altri episodi che la dirigenza dell’istituto aveva classificato come “episodi di bullismo”.

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