Oggi è una delle figure più note in Italia e non solo. E’ l’uomo dell’anno per L’espresso, ma Raffaele Cantone è conosciuto a Giugliano e nell’intera area a nord di Napoli ben prima della nomina a capo dell’autorità anticorruzione. 51 anni, sposato con due figli, nato e vissuto a Giugliano dove risiede con la famiglia. Frequenta da piccolo i Fratelli Maristi dove ancora oggi spesso è possibile incontrarlo. Entra in magistratura nel 91 e nel 99 nella direzione distrettuale antimafia.

LE INCHIESTE – Rimbalzato agli onori della cronaca per il processo contro il clan dei casalesi dove riesce a ottenere la condanna all’ergastolo dei più importanti capi di quel gruppo fra cui Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanott. Concluso il periodo come pm, si è ritrovato in Cassazione, nel massimario, l’ufficio che trasforma in regole le sentenze della Suprema corte. Poi le tante avances politiche, come sindaco di Giugliano in primis, poi come sindaco di Napoli e poi Veltroni e Bersani che gli hanno proposto poltrone in Europa e al Senato. Ma Cantone ha sempre detto di no. Presidente onorario del presidio di “Libera” di Giugliano, dedicato a Mena Morlando, autore di diversi libri e quando può presente alle varie iniziative del territorio.

ANTICORRUZIONE – Oggi a capo dell’anticorruzione ha sempre dichiarato di non essere uno sceriffo bensì che il suo ruolo è quello di  prevenire, non punire: agire prima che ci sia stato il danno, scoprire le situazioni sospette e indicare come correggerle. Come dovrebbe accadere per la Resit nell’anno che verrà.

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