E’ considerato un untore. Ha contagiato 32 persone di AIDS. La Procura di Roma chiede l’ergastolo per Valentino Talluto. A pronunciarsi sul 30enne di Acilia, nei prossimi giorni, sarà la Corte di Assise capitolina.

Accusato di epidemia dolosa e finito in carcere nel novembre 2015. “Sapeva di essere infetto dall’agosto del 2006 eppure per quasi dieci anni ha continuato nella ricerca ossessiva e spasmodica di rapporti sessuali non protetti con chiunque”, ha detto nella requisitoria il pm Elena Neri, che ha ereditato l’indagine del pm Francesco Scavo. Ha mostrato “malvagità”, secondo la procura Valentino Talluto, nell’infettare più partner possibili.

“Sono 32 le persone contagiate, donne un bambino degli uomini e 25 persone che per buona sorte non sono state contagiate. Delle miracolate”, ha calcolato l’accusa. “Lo stesso virus, nello stesso lasso di tempo. C’è la firma sotto questi contagi”, ha detto il pm. “Ed il pericolo per l incolumità pubblica presuppone il reato di epidemia dolosa, mai inflitta in Italia”.

Eppure, secondo l’accusa, il calcolo non è completo. “Impossibile risalire a tutte le partner. Talluto che era si presentava come un bravo ragazzo con fiori e pasticcini era solito frequentare locali per scambisti. E non ha mai contribuito all’identificazione delle ragazze. Non ha fornito nemmeno il cognome dei contatti sul telefonino”.  Oltre all’ergastolo (con due anni di isolamento, la pena massima), la procura ha chiesto anche la trasmissione degli atti per l’attuale fidanzata di Talluto: avrebbe raccontato il falso per coprirlo.

Il corteggiamento prima sui social network. Il ragazzo di 32 anni utilizzava i social per agganciare le sue vittime. E quando Facebook, Badoo e Netlog non bastavano passava a chat a luci rosse come Chatta e Ciao Amigos. Si presentava con lo pseudonimo di «Harty Style» e, dopo aver lusingato le sue amanti con regali ed enormi mazzi di fiori, proponeva rapporti sessuali non protetti. Tra le vittime ragazze di venti e donne di quarant’anni. Studentesse e madri di famiglia.

Ma l’epidemia, purtroppo, non si è fermata ai soli casi di contagio diretto. Talluto, infatti, ha trasmesso il virus anche a un bambino, figlio di una donna con la quale ha avuto una breve relazione mentre lei era incinta. Il piccolo oggi ha 3 anni, e quando aveva 8 mesi gli sono state diagnosticate l’Hiv e l’encefalopatia, «casualmente riconducibile – si legge nel capo d’imputazione – allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto».

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