Ruba energia elettrica ma viene ugualmente assolta dalla condanna di pagare oltre 16 mila euro di arretrati. Un caso giurisprudenziale, si potrebbe dire, destinato sicuramente a far discutere avvocati, magistrati e ladri di corrente. Il caso è scoppiato qualche tempo fa. La donna per lungo periodo aveva rubato, attraverso uno stratagemma non troppo complicato e comunque ripetuto purtroppo ovunque, energia elettrica per approvvigionare la sua abitazione.

 

Scoperta dalle forze dell’ordine fu denunciata e condannata a pagare tutto ciò che aveva irregolarmente e abusivamente ottenuto. Ma, dopo aver presentato regolare opposizione e nonostante la richiesta di condanna del Pubblico Ministero di udienza ad anni 1 di reclusione, il processo si è concluso ieri con sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.

 

Una decisione presa dal Tribunale di Napoli – IV Sez. Penale. “…Non basta la mera intestazione del contatore in capo all’imputata, ma per parlare di furto continuato occorre fornire la prova di chi abbia effettivamente manomesso il misuratore di energia elettrica…” Questo il passaggio con il quale l’avvocato Giovanni Lo Russo ha convinto i giudici.  Ciò che la difesa ha dimostrato è proprio l’insufficienza degli elementi raccolti dalla Procura. Ovvero per essere condannati bisognerebbe dimostrare di aver manomesso il contatore. Il fatto di aver usufruito abusivamente dell’energia insomma non basta.

 

Una decisione decisamente in controtendenza che crea un precedente giurisprudenziale di non poco conto.

 

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