Una storia di disagio sociale e psicologico quella di Nicolina, la 15enne colpita al viso da un colpo di pistola per vendetta dall’ex della madre. Nelle ultime ventiquattro ore gli inquirenti stanno cercando di assemblare ogni tassello per far luce sul caso.

Tutto ebbe inizio nel 2013, quando i giudici del Tribunale per i minori di Firenze emanarono un provvedimento: Nicolina e il suo fratello, che attualmente frequenta la scuola media, furono affidati ai nonni. Il motivo? “Inadeguatezza dei genitori“. Prima di allora, i due fratelli, avevano vissuto una vita per nulla semplice: Nicolina ed il fratello convivevano con due genitori che non si erano mai sposati per mancanza di denaro, senza lavoro fisso ed una casa stabile, ma soprattutto inquieti.

Ma qualche anno prima – riporta Il Mattino –  i genitori di Nicolina e del fratellino, dovettero fare i conti con gli assistenti sociali, interpellati più volte dal Tribunale per i minori di Bari. Poi, dopo il 2011, la partenza del padre per Viareggio alla ricerca di un futuro migliore. Cominciano così le innumerevoli partenze Ischitella-Viareggio, spesso in compagnia di Nicolina. Ma la situazione non muta, è decisamente inalterata. Ed è sufficiente per il Tribunale per i minori di Firenze, affidare i due ragazzi ai nonni.

Sul disagio economico e sociale esiste un fascicolo, riposto nell’ufficio Servizi sociali del Comune di Ischitella. Ma la responsabile, che conosce bene la situazione, non c’è. Qualcuno dice che sia in ferie. Intanto la madre scrive contro l’ufficio:”Non mi hanno ascoltato, avevo detto ai Servizi sociale che quell’uomo era pericoloso”. Dal 2013 ad oggi, i nonni materni, dopo l’affidamento, hanno ricevuto un sussidio comunale per poter allevare i nipoti, visto che vivono di coltivazioni agricole come molte famiglie di Ischitella.

Nel frattempo Donatella, la madre di Nicolina, aveva intrapreso una relazione con Antonio. Il loro amore, però, non durerà molto. Le difficoltà economiche di entrambi avevano inciso in modo predominante sul rapporto di coppia. Lui era diventato violento, costringendo Donatella a lasciarlo un mese fa. C’è chi sostiene che lei sia partita per Viareggio per un nuovo amore. Ma sono soltanto voci, che circolano in paese. La rottura di quella relazione, le difficoltà economiche e la realtà sociale avevano scatenato in lui un’ira indomabile. E la vittima delle frustrazioni di Di Paola è stata proprio Nicolina.

Secondo il colonnello Marco Aquilino, comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, due sono le ipotesi che hanno spinto Antonio Di Paola al delitto:”La prima – dice – è la reazione alla richiesta di avere informazioni su Donatella, che la figlia non gli ha dato. La seconda – prosegue il colonnello – è una vendetta trasversale contro la donna. Colpire la figlia, per colpire lei.”.  Intanto Donatella è disperata. Il suo è un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.

Ieri pomeriggio è stata accompagnata all’obitorio da una poliziotta e dalla psicologa, Ines Panessa, che nelle ultime ore sta seguendo la donna. “E’ rimasta in silenzio, l’ho sostenuta all’impatto. Non ha saputo, fino a poco tempo prima di arrivare qui, che la figlia era morta”, spiega la psicologa. Una scena terribile, che per una madre segna una sofferenza indescrivibile.

Il Sindaco di Ischitella, Carlo Russo, ha commentato anche lui l’episodio ed ha annunciato il lutto cittadino, che avverrà nel giorno dei funerali di Nicolina. “Tutta la nostra piccola comunità è sconvolta. Questo è un paese tranquillo, una vicenda così drammatica ci ha scosso”, ha poi aggiunto il primo cittadino.

 

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