Un look da ragazzo che si atteggia a duro, barba folta, occhiali scuri e foto di posti esotici visitati nelle ultime vacanze estive. Sono le ultime istantanee di Nicola Notturno, figlio del boss Raffaele, e nipote del pentito Gennaro, freddato ieri notte mentre rincasava.

Una probabile ascesa criminale stroncata sul nascere. Ha provato a scappare, ma sapeva di essere spacciato, mollato dal sistema di protezione che per anni ha tutelato la famiglia.

Un delitto impensabile fino a qualche anno fa quando, anche per i killer dei Di Lauro era impossibile presentarsi sotto casa dei Notturno, tra le prime famiglie a ribellarsi alla loro egemonia, e sparare. Un agguato figlio dei tempi che corrono e forse legato al pentimento dello zio Gennaro lo scorso maggio. O forse slegato da quest’ultimo evento ma che comunque la chiave di volto dello scenario attuale, il quadro in cui si è consumato il delitto.

Ucciso perché i conti non tornano più, nella distribuzione dei soldi per gli affiliati, nella gestione di tregue e alleanze, in un sistema fortemente aggredito negli ultimi anni dalle indagini del pool anticamorra.

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