Tante foto, tanti post, un collage, tanti cuoricini e frasi d’amore pubblicate su Facebook che scandivano il tempo di una storia. E Noemi Durini ci credeva davvero, in quella storia. Anche se con l’ingenuità di una ragazza di 16 anni, era innamorata del suo fidanzato. Un amore però finito in tragedia. Per ragioni ancora poco chiare, Noemi, sparita domenica 3 settembre, è stata ritrovata senza vita in un pozzo del leccese, uccisa da quello che credeva il suo amore.

Qualcosa di prevedibile, forse. Qualche tempo fa, infatti, la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzino a causa del suo comportamento violento. Per questo motivo erano sorti accesi contrasti tra le due famiglie. Circola persino un filmato, pubblicato da Chi l’Ha Visto?, che mostra il giovane mentre sfascia una macchina parcheggiata vicino a un bar di Alessano, comune dove vive. La vettura, una vecchia Nissan Micra, apparterrebbe ad una persona con la quale il giovane avrebbe avuto una lite furiosa proprio a proposito di Noemi. Poco prima, pare che il 17enne avesse discusso animatamente anche con il padre della giovane, che si trovava ad Alessano per chiedere notizie della figlia.

La famiglia di Noemi non ha mai smesso di lanciare appelli sulla sparizione. Sia la madre di Noemi, Imma Rizzo, che la sorella 22enne Benedetta, ieri avevano ribadito di avere fiducia nel fatto che la ragazza potesse essersi allontanata volontariamente e che potesse tornare presto a casa. Speranze naufragate di fronte alla realtà.

Intanto lascia increduli l’ultimo post pubblicato su Facebook da Noemi, dieci giorni prima di essere uccisa. Il 23 agosto aveva scritto una riflessione sull’amore, lo stesso che l’avrebbe uccisa: non è amore se ti fa male; non è amore se ti controlla; non è amore se ti fa paura di essere ciè che sei; non è amore, se ti picchia”.

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