Caso stadio. Tutti ne parlano (ora), tutti sono diventati esperti della “materia”. Per anni, invece, nonostante le numerose denunce mediatiche, tutti hanno taciuto, tutti hanno fatto finta di non vedere, di non sapere. Meglio tardi che mai, recita il vecchio proverbio. E allora non resta che attendere la convocazione del Consiglio comunale straordinario, richiesto da alcune forze politiche, e che di norma dovrebbe svolgersi nell’arco di una quindicina di giorni. Al di là di chi in futuro gestirà la struttura pubblica (non è questo il punto, il nodo della questione), in Consiglio – se si vuole fare sul serio – dovranno essere sviscerati i seguenti temi:

1) Bisogna fare chiarezza sulle cifre non ancora corrisposte all’Ente da parte dell’attuale gestore e di altre società sportive.

2) Occorre accertare le eventuali responsabilità da parte degli uffici e dei dipendenti comunali preposti ai controlli.

3) C’è bisogno di chiarezza sulle modalità di utilizzo dell’impianto, il cui manto erboso ormai somiglia a una risaia.

4) Occorre attivarsi per l’installazione di un contatore (lo si attende da anni) per la fornitura idrica, indipendente da quello comunale.

5) Occorre valutare se, da regolamento e convenzioni stipulate in passato, il gestore poteva richiedere il taglio della fornitura elettrica e se sussistono gli estremi per la rescissione contrattuale.

Chiarezza su questi specifici argomenti, insomma. Tutto il resto – per dirla con il compianto Califano – sarebbe soltanto noia o propaganda. Da ambo le parti.

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