Il quartiere di Miano sul piede di guerra. Decine di residenti si sono riversati in strada, in via Miano, per protestare contro il trasferimento della comunità rom nella caserma dismessa, La Boscariello. Si teme l’invasione e qualcuno ha anche raccolto le firme di chi si oppone alla decisione comunale.

La comunità sostiene che sia impossibile ospitare centinaia di rom, visto che la città è già afflitta da altri problemi amministrativi e sociali.  Il consigliere Amleto De Vito dell’VIII Municipalità di Napoli, ha commentato così la protesta di stamane:”La manifestazione di stamattina è una questione diversa rispetto alla problematica del campo rom: riguarda lo spostamento temporaneo, di cui parlava ieri il sindaco, di circa tre mesi all’interno della caserma Boscariello; ma è da capire poi quale sarà la situazione definitiva per queste comunità- prosegue De Vito.- E’ giusto sgomberare il campo sia per tutelare la sicurezza dei rom, che vivono sotto ad un ponte dell’Asse Mediano, e sia perché l’Asse Mediano rappresenta una delle vie di fuga della comunità di Scampia, in caso di calamità naturali. Quindi l’area deve essere ripulita oltre che bonificata. Inoltre credo che tra loro ci siano tante brave persone, molte delle quali ho conosciuto personalmente, e di cui non c’è nulla da temere.”

La manifestazione ha causato rallentamenti del traffico e disagi alla circolazione. Sul posto la polizia locale che ha cercato di ristabilire l’ordine ed evitare che la situazione degenerasse. La protesta continuerà a Napoli. I manifestanti hanno intenzione di esporre le proprie rimostranze ai vertici di Palazzo San Giacomo. In attesa di una decisione finale del Comune di Napoli, parte della comunità rom è stata ospitata momentaneamente nell’Auditorium di Scampia mentre gli altri continuano ad occupare la vasta area di via Cupa Perillo; circa 80 persone sono state accolte da associazioni e residenti che dal 27 agosto provvedono alla loro sussistenza. “La cittadinanza napoletana ha risposto immediatamente al disagio. Sono giunti nella struttura i primi beni di necessità, come vestiti e cibo. Soprattutto per i bambini. Molte famiglie hanno perso tutto quello che possedevano nel terribile incendio. Attualmente la situazione è stabile, l’accoglienza sta funzionando. Il comune e altri enti supportano la comunità nomade, che sta vivendo un momento difficile”, rivela Biagio di Bernardo dell’Associazione Chi Rom e Chi no, che sta operando incessantemente da giorni all’interno della struttura. Eppure, nonostante la sinergia di più organismi, non appare chiaro il motivo per cui si debba sempre attendere che si verifichi un’emergenza come questa, per attuare un progetto di integrazione della comunità rom di Napoli, che ormai vive da anni nel nostro territorio. Lo abbiamo chiesto a De Vito, che ci ha detto:”In 30 anni c’è stata poca informazione e interesse da parte delle amministrazioni su questa problematica, che ha colpito un territorio periferico.  E se è  vero che il rom, così come l’italiano, ha diritto allo studio, è anche vero che oltre lo studio le persone hanno anche il diritto ad avere una casa. Quando si parla di diritti e di doveri, ma soprattutto di tasse, è giusto che vengano forniti servizi adeguati che non mettano in pericolo la sicurezza della cittadinanza”.

Di Silvia D’Angelo

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp
Banner tv77 Finearticolo