Ferie finite. Anche per la camorra. Ieri alle 19 le pistole sono tornate a fare fuoco in via Lazio, traversa di via Miano, ex roccaforte del clan Lo Russo. Gaetano Cirillo, 44 anni di Scampia, precedenti per contrabbando e droga, è finito nel mirino di un killer solitario che ha esploso quattro colpi. Due hanno raggiunto il bersaglio alla gamba e all’addome, gli altri due, compreso l’ultimo, che doveva essere il colpo di grazia, sono andati a vuoto e si sono conficcati nel muro adiacente alla caffetteria dove la vittima stava entrando.

Soltanto la prontezza di riflessi ha permesso a Cirillo di salvarsi: è salito in macchina sanguinante e si è recato da solo all’ospedale Cardarelli, dove è stato subito ricoverato in codice rosso. Il killer che doveva ucciderlo ha fallito. Ma tant’è: l’area nord di Napoli è di nuovo in guerra. La tregua estiva è finita. Le famiglie germogliate sui resti del clan Lo Russo sono impegnate a ritagliarsi fette di potere nel traffico di droga e nel settore del racket a colpi di pistola.

Due le ipotesi al vaglio degli investigatori: pulizia interna o tentativi di scissione. Non si esclude che Cirillo sia stato punito per una partita di droga. Ma la pista più suggestiva porta alla scissione interna al clan “Nappello”, che hanno raccolto l’eredità dei “Capitoni” dopo lo smantellamento del vecchio clan e la perdita dei suoi volti storici.

In seno ai “Nappello” si sarebbe formato un nuovo nucleo criminale, i Balzano, ansiosi di colmare i vuoti lasciati nel popoloso quartiere di Miano. Da qui l’agguato ai due Carlo Nappello, nipote e zio, lo scorso maggio. Da questa cellula scissionista ne sarebbe nata un’altra, un sottogruppo criminale, quello dei Cifrone, che potrebbe essere il responsabile del raid di ieri. Domande, tante, a cui la Procura cercherà di dare una risposta.

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