Una nuova macabra scoperta nell’ambito dell’omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne attivista gay di Parete massacrato dal 35enne Ciro Guarente. Una botola è infatti stata rinvenuta nel garage di Ponticelli dove fu ritrovato il corpo, che dà l’accesso ad uno stanzone, pieno di resti della vittima, liquidi e sangue in particolare.

L’area in questione è stata usata dall’assassino come fosse una sorta di catino, nella quale raccogliere i resti che il corpo fatto a pezzi perdeva nelle ore immediatamente successive al massacro. Ciro Guarente, in carcere con l’accusa di omicidio premeditato ed occultamento di cadavere, aveva tagliato a pezzi il corpo e raccolto i resti in tre sacchetti neri bucherellati. Quindi li aveva appoggiati sulla botola per farli scolare nel pozzo accanto al garage. L’intenzione ultima era quella di murare poi i resti.

In ogni caso mancano ancora delle parti del corpo della giovane vittima che non sono stati ancora rinvenuti. In particolare non è stata ritrovata la testa di Vincenzo e da questo punto di vista Guarente non collabora con gli inquirenti e non fornisce dettagli utili al ritrovamento della stessa. Comunque le telecamere di videosorveglianza l’hanno ripreso mentre nascondeva un sacco nero dietro al cofano della sua auto. All’interno c’erano i resti di Vincenzo Ruggiero.

La pista più battuta dagli inquirenti è quella passionale, legata al triangolo che vede coinvolti i due protagonisti di questa triste storia e la transessuale Heven Grimaldi, ma negli ultimi giorni è spuntata anche l’ipotesi economica. Pare infatti che Guarente avesse prestato poche migliaia di euro a Ruggiero e le volesse indietro.

 

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