Denuncia choc di una donna, una biologa casertana, che racconta l’esperienza del suo parto all’ospedale Cardarelli di Napoli. In seguito alla pessima esperienza ha inviato una lettera denuncia al nosocomio napoletano. La direzione, ricevuta la missiva, ha subito dato il via ad un indagine interna.

Il portale di Repubblica ha ricostruito dalla lettera della donna, tutte le fasi del trattamento. La donna viene accolta, lo scorso 4 aprile in ospedale, da una “dottoressa gentile e professionale”, i problemi sorgono col turno serale dalle 20.

L’ostetrica che entra in servizio “elencava tutti i suoi malanni in dialetto, urlava di avere la pressione alta e questo atteggiamento cominciò a spaventarmi”. Dopo la rottura delle acque “l’ostetrica, urlando dal corridoio che portava alla sala parto, disse di raggiungerla a piedi ma io non riuscivo neanche a tenermi in piedi. Mia madre vide che, in quel corridoio, l’infermiera diceva all’ostetrica che io non ce la facevo a camminare e l’ostetrica insisteva dicendo in maniera sgarbata di forzarmi a farmi camminare per raggiungere la sala parto. Io mi aggrappai all’infermiera e riuscii a raggiungere il lettino della sala parto”.

Poi arriva il momento del parto, la stessa ostetrica “mi urlava continuamente addosso, io, per il forte dolore, tendevo a sollevare il bacino dalla sedia e lei mi urlava: ”Abbassa questo culo”, di continuo. E ancora : “Che fai la ballerina?”. Non mi ha sostenuto per niente, né gestita nella respirazione, ho sopportato tutte queste denigrazioni perché l’unico mio obiettivo in quel momento era mettere alla luce mia figlia senza provocarle danni”.

Il racconto continua: ”Sanguinavo molto, l’ostetrica con modi sgarbati e mortificanti mi puliva come se stesse trattando una bestia, schifata come se io non fossi una persona e lamentava continuamente di sentire caldo, mentre io soffrivo su quella maledetta sedia”.

La donna parla anche di una mancata assistenza durante la notte: “Durante la notte seguente nessuno venne a controllarmi, lo faceva mia madre, che uscì dal reparto alle 6 del mattino e sentì che la guardia di turno e una signora delle pulizie dicevano che in reparto non c’era nessuno, che tutti dormivano”.

La dirigenza risponde così al portale di Repubblica: ”Capiremo in tempi brevi come sono andate le cose. È un dovere anche nell’interesse dei dipendenti del Cardarelli che lavorano con abnegazione e vedono sacrificati i propri sforzi per colpa di pochi. Ascoltare i pazienti aiuta a raggiungere il nostro obiettivo: garantire salute”.

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