Un’improvvisa quanto inaspettata inversione a U. La Rete genitori di Marano, organo apartitico e apolitico, con una nota ufficiale diramata nella serata di ieri prende le distanze dalle dichiarazione dell’assessore alla Pubblica Istruzione (“La mia azione è in sintonia con la Rete genitori”) rese, in risposta ad un manifesto fatto affiggere da Sel, ad alcune testate giornalistiche dell’area a nord di Napoli.

 

“La Rete genitori, in riferimento alle dichiarazioni del dottor  Domenico D’Ambra, desidera sottolineare che non gradisce che venga speso il proprio nome in dichiarazioni pubbliche, che non siano direttamente riconducibili al suo stesso comitato. Diffidiamo pertanto chiunque ad utilizzare indebitamente il nome della Rete genitori di Marano”. La Rete non disdegna poi, dopo una settimana alquanto movimentata, caratterizzata da non poche polemiche, di “censurare il ritardo accumulato dall’amministrazione comunale in queste settimane” sul fronte del mancato avvio del servizio di refezione, “che si ripercuote sul mancato diritto allo studio degli alunni”.

 

Ma come si è arrivati a questa dura presa di posizione. Occorre fare un passo indietro. Nella giornata di giovedì un gruppo di genitori, in qualità di membri attivi della Rete, avevano presentato al direttivo alcune richieste. Senza far ricorso a troppi giri di parole, avevano manifestato (con una nota ufficiale) tutto il loro disappunto, in primis nei confronti del presidente Ferdinando Napolitano, ritenendo “indispensabile abolire la figura del presidente, del vicepresidente e del segretario, da sostituire con un comitato di cinque genitori che non devono avere cariche all’interno della scuola e della Rete”. E ancora: “Gli scriventi non si sentono tutelati dallo statuto della Rete così come è formulato; richiedono di indire, entro e non oltre 20 giorni, un’assemblea generale al fine di eleggere un nuovo presidente”.

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